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Atezolizumab prima e dopo chemioradioterapia per cancro al polmone non-a-piccole cellule non-resecabile allo stadio III


Gli esiti per i pazienti con tumore polmonare non-a-piccole cellule ( NSCLC ) in stadio III non-resecabile trattati con chemioradioterapia ( CRT ) sono migliorati con gli inibitori dei checkpoint immunitari adiuvanti, con un beneficio di sopravvivenza globale a 5 anni riportato di circa il 10% per Durvalumab adiuvante rispetto al placebo dopo il completamento della chemioradioterapia senza progressione e con performance status preservato.

Iniziare Atezolizumab ( Tecentriq ) prima della chemioradioterapia può consentire a più pazienti di trarre beneficio dall'immunoterapia.

Sono stati valutati gli esiti clinici dei pazienti trattati con Atezolizumab prima e dopo chemioradioterapia per carcinoma polmonare non-a-piccole cellule non-resecabile in stadio III in uno studio clinico controllato non-randomizzato, di fase II, a coorte singola, condotto in 11 siti negli Stati Uniti.

I pazienti con tumore polmonare non-a-piccole cellule in stadio III non-resecabile e confermato patologicamente, naive al trattamento e con un buon performance status sono stati arruolati nel periodo 2018-2019. I dati sono stati bloccati a marzo 2023.

I pazienti hanno ricevuto quattro cicli da 21 giorni di Atezolizumab 1.200 mg per via endovenosa, con terapia somministrata il giorno 1 di ogni ciclo.

I pazienti che non hanno manifestato progressione del tumore hanno continuato con chemioradioterapia ( 60 Gy ai campi coinvolti ) in concomitanza con Carboplatino area sotto la curva di 2 e Paclitaxel settimanali 50 mg/m2, seguiti da consolidamento pianificato con Carboplatino area sotto la curva di 6 e Paclitaxel 200 mg/m2, per due cicli da 21 giorni.

I pazienti che non hanno manifestato progressione hanno continuato con Atezolizumab 1.200 mg ogni 21 giorni per completare 1 anno di terapia.

L'endpoint primario era il tasso di controllo della malattia a 12 settimane. Gli endpoint secondari erano la sopravvivenza libera da progressione, la sopravvivenza globale, il tasso di risposta globale, la sicurezza e gli endpoint della scienza traslazionale.

Sono stati arruolati 62 pazienti ( età mediana 63.9 anni; 32 donne, 51.6% ) che hanno ricevuto almeno 1 dose di Atezolizumab. Il tasso di controllo della malattia a 12 settimane è stato del 74.2%.

La sopravvivenza libera da progressione mediana è stata di 30.0 mesi e la sopravvivenza globale mediana non è stata raggiunta. Il tasso di sopravvivenza globale a 24 mesi è stato del 73.7% e il tasso di risposta globale è stato del 66.2%.

In tutto 17 pazienti ( 27.4% ) hanno manifestato eventi avversi immuno-correlati di grado 3 o superiore, tra cui 1 con polmonite di grado 5 e 1 con sindrome di Guillain-Barré di grado 4. Complessivamente 30 pazienti ( 48.4% ) hanno manifestato eventi avversi di grado 3 o superiore correlati al trattamento.

Questi risultati hanno indicato che Atezolizumab neoadiuvante merita ulteriori studi sulla base della sicurezza e degli esiti incoraggianti. ( Xagena2024 )

Ross HJ et al, JAMA Oncol 2024; 10: 1212-1219

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