Il risultato dello studio FASTACT, uno studio randomizzato, controllato con placebo e di fase 2, ha mostrato che la combinazione intercalata di chemioterapia ed Erlotinib ( tarceva ) ha prolungato significativamente la sopravvivenza libera da progressione in pazienti con carcinoma del polmone non-a-piccole cellule in stadio avanzato.
È stato condotto lo studio FASTACT-2, uno studio di fase 3 su una popolazione simile di pazienti.
In questo studio di fase 3, pazienti con carcinoma polmonare non-a-piccole cellule non-trattato e di stadio IIIB/IV sono stati assegnati in maniera casuale, e in un rapporto 1:1, con un algoritmo di minimizzazione ( stratificato per stadio della malattia, istologia del tumore, abitudine al fumo e regime chemioterapico ) a ricevere 6 cicli di Gemcitabina ( Gemzar ) ( 1250 mg/m2 nei giorni 1 e 8, per via intravenosa ) più Platino ( Carboplatino [ Paraplatin ] 5×area sotto la curva oppure Cisplatino [ Platinex ] 75 mg/m2 al giorno 1, per via intravenosa ) con Erlotinib intercalato ( 150 mg/die nei giorni 15-28, per via orale; chemioterapia più Erlotinib ) oppure placebo per via orale ( chemioterapia più placebo ) ogni 4 settimane.
I pazienti hanno continuato a ricevere Erlotinib o placebo fino alla progressione o a tossicità inaccettabile o morte; a tutti i pazienti nel gruppo placebo è stato offerta una seconda linea di trattamento con Erlotinib al momento della progressione.
L’endpoint primario era la sopravvivenza libera da progressione nella popolazione per intention-to-treat.
Nel periodo 2009-2010, 451 pazienti sono stati assegnati in maniera casuale a chemioterapia più Erlotinib ( n=226 ) oppure a chemioterapia più placebo ( n=225 ).
La sopravvivenza libera da progressione è risultata significativamente maggiore con chemioterapia più Erlotinib versus chemioterapia più placebo ( sopravvivenza mediana libera da progressione 7.6 mesi vs 6.0 mesi, hazard ratio [ HR ] 0.57; p inferiore a 0.0001 ).
La sopravvivenza generale mediana per pazienti nel gruppo chemioterapia più Erlotinib e chemioterapia più placebo è stata, rispettivamente, di 18.3 mesi e 15.2 mesi ( HR=0.79; p=0.0420 ).
Il beneficio derivato dal trattamento è stato notato solo in pazienti con una mutazione attivante del gene EGFR ( sopravvivenza libera da progressione mediana: 16.8 vs 6.9 mesi, HR=0.25; p inferiore a 0.0001; sopravvivenza generale mediana: 31.4 vs 20.6 mesi, HR=0.48; p=0.0092 ).
Eventi avversi gravi sono stati riportati da 76 ( 34% ) dei 222 pazienti nel gruppo chemioterapia più placebo e in 69 ( 31% ) dei 226 nel gruppo chemioterapia più Erlotinib.
Gli eventi avversi più comuni di grado pari o superiore a 3 sono stati neutropenia ( 65 [ 29% ] pazienti e 55 [ 25% ], rispettivamente ), trombocitopenia ( 32 [ 14% ] e 31 [ 14% ], rispettivamente ) e anemia ( 26 [ 12% ] e 21 [ 9% ], rispettivamente ).
In conclusione, la combinazione alternata di chemioterapia ed Erlotinib rappresenta un trattamento di prima linea utilizzabile per pazienti con tumore del polmone non-a-piccole cellule con malattia positiva per mutazione in EGFR o in pazienti selezionati per i quali lo status di mutazione di EGFR non è noto. ( Xagena2013 )
Wu YL et al, Lancet Oncol 2013; 14: 777-786
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