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Funzione polmonare in giovani adulti e rischio di eventi cardiovascolari nell'arco di 29 anni: studio CARDIA


La ridotta funzionalità polmonare di picco nella giovane età adulta è un fattore di rischio per la futura malattia polmonare ostruttiva cronica. L'associazione tra malattia polmonare e malattie cardiovascolari in seguito nella vita è ben documentata.
Non è noto se la funzione polmonare di picco misurata nella giovane età adulta sia associata al rischio di futuri eventi cardiovascolari.

Lo studio CARDIA ( The Coronary Artery Risk Development in Young Adults ) è uno studio prospettico, multicentrico, basato sulla comunità, longitudinale, che comprende 4.761 partecipanti di età compresa tra 18 e 30 anni con test di funzionalità polmonare, e ha studiato l'associazione tra salute polmonare nella giovane età adulta e rischio di eventi cardiovascolari successivi.

È stata esaminata l'associazione tra la funzione polmonare al basale e agli anni 10 e 20 con eventi cardiovascolari incidenti e le associazioni della funzione polmonare con lo sviluppo di fattori di rischio per le malattie cardiovascolari, nonché lo spessore della media intima carotidea e della placca calcificata dell'arteria coronaria.

Al basale, l’età media era di 24.9 anni. Il volume espiratorio forzato in 1 secondo al basale ( hazard ratio, HR ) per decremento di -10 unità in percentuale del volume espiratorio forzato in 1 secondo predetto ( HR=1.18, P=0.002 ) e capacità vitale forzata ( FVC ) per decremento di -10 unità in percentuale di FVC previsto ( HR=1.19, P=0.003 ) sono stati associati a futuri eventi cardiovascolari indipendenti dai tradizionali fattori di rischio cardiovascolare.
La funzionalità polmonare di base è stata associata a insufficienza cardiaca e a eventi cerebrovascolari ma non a eventi di malattia coronarica.

In conclusione, la funzionalità polmonare nella giovane età adulta è indipendentemente associata a eventi cardiovascolari nella mezza età. Questa associazione sembra essere guidata da insufficienza cardiaca ed eventi cerebrovascolari piuttosto che da malattia coronarica. ( Xagena2018 )

Cuttica MJ et al, J Am Heart Assoc 2018;7(24):e010672. doi: 10.1161/JAHA.118.010672.

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