I Ricercatori del Cardiovascular Health Research Unit dell’University of Washington a Seattle ( USA ) hanno verificato se i pazienti con asma o con malattia polmonare ostruttiva cronica (BPCO) che assumevano gli agonisti del recettore adrenergico-beta2 a breve azione fossero associati ad un maggior rischio di arresto cardiaco primario.
Hanno preso parte allo studio 454 pazienti di età compresa tra i 40 ed i 79 anni affetti da asma o BPCO, che erano sopravissuti ad un arresto cardiaco primario tra il 1980 ed il 1994 , e 586 soggetti come controllo.
L’impiego dei beta-agonisti per inalazione è risultato associato ad un aumento di 2 volte del rischio di arresto cardiaco primario tra i pazienti con asma (odds ratio: 1,9), ma non tra i pazienti con BPCO ( OR= 1,3). ( Xagena2002 )
Lemaitre R N et al, Am J Med 2002; 113:711-716