Le caratteristiche cliniche della fibrosi polmonare idiopatica e della polmonite da ipersensibilità cronica possono risultate indistinguibili.
E’ evidente il bisogno di eliminare fattori ambientali nascosti noti per la loro capacità di causare fibrosi polmonare in pazienti con sospetta fibrosi polmonare idiopatica durante la valutazione diagnostica.
Uno studio ha valutato le cause ambientali nascoste e i potenziali per i pazienti con diagnosi di fibrosi polmonare idiopatica utilizzando test diversi da quelli convenzionali.
Nello studio caso-coorte, 60 pazienti consecutivi con diagnosi di fibrosi polmonare idiopatica in base ai criteri del 2000 della American Thoracic Society ( ATS ) e European Respiratory Society ( ERS ) sono stati seguiti in modo prospettico ogni 4 mesi per 6 anni nel periodo 2004-2009.
In ciascuna visita, a questi 60 pazienti è stato somministrato un questionario per identificare l’esposizione nascosta ad antigeni in grado di causare polmonite da ipersensibilità.
I pazienti sono stati sottoposti a specifiche determinazioni di IgG, lavaggio broncoalveolare, test bronchiali con antigeni sospetti e nuova revisione delle caratteristiche istopatologiche nei campioni bioptici polmonari già esistenti e ottenuti successivamente e in espianti polmonari.
I campioni ottenuti da fonti sospette legate all’ambiente del paziente sono stati utilizzati per colture in laboratori di microbiologia.
Questi dati clinici e discussioni tra pneumologi e radiologi esperti di fibrosi polmonare idiopatica sono stati utilizzati per confermare la diagnosi in base ai criteri del 2011 ATS, ERS, della Japanese Respiratory Society e delle lineeguida della Latin American Thoracic Association.
Un totale di 46 dei 60 pazienti presentava fibrosi polmonare idiopatica in base alle lineeguida 2011 e le successive analisi dello studio si sono focalizzate su questi 46 pazienti.
Nello studio, 20 dei 46 ( 43% ) pazienti con fibrosi polmonare idiopatica in base alle linee guida 2011 hanno ricevuto una successiva diagnosi di polmonite da ipersensibilità cronica: 9 pazienti sono risultati positivi al test di stimolazione bronchiale ( 8 dei quali erano anche IgG positivi e 6 di questi pazienti avevano anche biopsie polmonari che mostravano un pattern coerente con polmonite da ipersensibilità cronica ); 7 erano IgG positivi e avevano risultati istologici della biopsia compatibili con polmonite da ipersensibilità; 1 era IgG positivo e presentava una concentrazione superiore al 20% di linfociti nel liquido di lavaggio broncoalveolare; e 3 mostravano risultati nella biopsia polmonare compatibili con polmonite da ipersensibilità subacuta ( ed erano IgG positivi ).
In totale, per 29 dei 46 pazienti con diagnosi di fibrosi polmonare idiopatica che soddisfacevano i criteri 2011 è risultato disponibile il tessuto polmonare per le analisi istopatologiche ( biopsia polmonare in 28 pazienti ed espianto polmonare in 2 pazienti ) nel periodo di studio, e 16 dei 20 pazienti con polmonite da ipersensibilità cronica hanno mostrato caratteristiche bioptiche compatibili con tale diagnosi.
Nello studio, 26 dei 46 hanno mantenuto la diagnosi di fibrosi polmonare idiopatica.
In conclusione, circa la metà dei pazienti con diagnosi di fibrosi polmonare idiopatica in base ai criteri 2011 ha in seguito ricevuto diagnosi di polmonite da ipersensibilità cronica e la maggior parte di tali casi è stata attribuita all’esposizione ad antigeni aviari nascosti in cuscini e materassi di piume di uso comune. ( Xagena2013 )
Morell F et al, The Lancet Respiratory Medicine; 1: 685-694
Pneumo2013